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Pianist Carlo Balzaretti proved to be a fine soloist in Mozart’s Piano Concerto no.24 in C Minor, Kv.491. He tantalized the audience with a solid Mozartian technique and an intelligent conception of the work.

Washington Post, March 1993


.....Al pianoforte c'era Carlo Balzaretti, che rappresenta uno dei pochi esseri mai noiosi e sempre fragranti di intelligenza che allignino nel buon concertismo italiano.

Lorenzo Arruga "Il Giorno" Febbraio 1992


.....Le grandi scale, le difficoltà quasi vertiginose dell'ultimo tempo dell' op.120 di Schubert, hanno offerto un ottimo esempio delle possibilità di questo giovane pianista , che abbiamo ieri riascoltato molto volentieri e che mostra una maturazione interpretativa di ottimo rilievo.

Luigi Fertonani "Brescia Oggi" 16-11-1992


.....Il giovane pianista Carlo Balzaretti ha dimostrato ancora una volta le sue eccezionali capacità interpretative.

Francesco M. della Ciana

"Corriere dell'Umbria" 22-12-1992.


(Mozart: Concerto Kv.488)...Balzaretti ha imposto una maturità suasiva e perfino già inquieta.

Angelo Foletto, "la Repubblica"

18 marzo 1993


...e infine un pianista, Carlo Balzaretti, che calza Mozart come un guanto e che nel Kv.488 ha toccato le corde più liriche ed espressive.

Carla Moreni, "il Giorno"

21 marzo 1993


......Le pagine spagnole sono di certo servite a meraviglia a porre in luce i talenti eccezionali del Balzaretti: in lui é morbidezza e lucentezza di tocco; potenza di sonorità, tuttavia controllate e dominate; grande sicurezza e naturalezza di portamento; tecnica invidiabile. Sue sono anche la maturità d'interpretazione e la irresistibile comunicativa col pubblico

M.Dellaborra,"La Provincia Pavese"


.....Balzaretti secondo noi si inserisce a buon diritto in questa nuova corrente interpretativa che trova l'archetipo nel glorioso pianismo degli anni '30 e '40 dei Rachmaninoff, dei Cortot, dei Rubistein e Horowitz.

Alberto Spano


....Balzaretti, con la sua freschezza pensosa e la fluida scioltezza tecnica, ne è stato interprete ideale e applauditissimo (F.X.Mozart: concerto per pianoforte e orchestra in do magg).

Franca Cella: Corriere della Sera 8/4/1991


....Questo giovane pianista milanese alle ottime qualità musicali, unisce una forte e precisa personalità. Crea un perfetto dialogo con il suo strumento e mai nessuna frase viene lasciata al caso. Interessante la cadenza composta da Lui stesso.

Gabriella Mazzola: La Notte 8/4/1991.

....L'Arabesk op. 18 e il Carnaval di Vienna op. 26 sono state interpretate con rara maestria di tocco, approfondita e brillante emotività e raggiungendo un pathos eccezionale, con una tecnica mai fine a se stessa; ma trattata con raffinata eleganza.

Sanremo , 10 maggio 1992


....Piccolo ed esile com'è parrebbe neppure in grado di scaturire tanta forza, ma Carlo Balzaretti suona come concertista da circa una decina d'anni, possiede una musicalità compiuta in grado già di penetrare il Brahms della sonata op.78 con una morbidezza di suono che avvolge e impasta la materia sonora con la sensibilità e la capienza del preciso pianista, una virtù' precoce in un giovanissimo come lui.

..... Il bis concesso svelava pure un Balzaretti compositore, al quale evidentemente piace il tardo lirismo francese, poteva essere Fauré. Una personalità curiosa ed intelligente, un musicista completo per un età cosi', pare quasi uno scherzo, ha dell'incredibile.

Walter Bettinelli "L'Eco di Bergamo" 29-9-'90


 pianoforte di Horowitz (1994)

"pianoforte di Horowitz"concerto tenuto alla Sala Greppi di Bergamo il 5 nov.1994. ....." Balzaretti è anche pianista che, lasciato libero di espandere tutta la sua esuberante carica comunicativa e le inequivocabili doti di un pianismo estremamente estroverso e partecipe, sa trarre dalle pagine accostate risposte interpretative di affascinante vigore e spesso di geniale forza evocatrice." .... " Nessuno pretendeva di riascoltare da quel pianoforte una sorta di riproposizione dell'arte interpretativa di Horowitz; ma tutti hanno potuto ascoltare quel pianoforte valorizzato in tutte le sue esclusive risorse timbriche e sonore, messo al servizio di un programma arduo ed estremamente poliedrico (intelligentemente ripensato nello stile del grande pianista russo) e di un pianista capace di imporsi all'attenzione del pubblico per le proprie indiscutibili doti e con l'autorevolezza di un pianismo non anonimo e non condizionato da alcun timore reverenziale, né minimamente plagiato dal facile richiamo a questo mitico riferimento".

"Eco di Bergamo, 8 nov.'94 G. Gonella


"...Balzaretti ha una natura musicale invidiabilissima: quando siede al pianoforte fa esattamente quello che noi vorremmo da un pianista in qualunque momento della vita: mostra di godere profondamente la musica che interpreta e la offre con contagiosissima naturalezza, forte di una tecnica sciolta e cristallina, sempre più calibrata e sempre più fantasiosa.

...ha finito suonando una serie di bis, tra cui Gershwin, spostando armonie a vista, con leggerezza e imprevedibilità (stile Keyth Balzarett), tutto come se stesse trovando al momento le soluzioni, che sembrano invece troppo coerenti per non essere state anche lungamente pensate". Lorenzo Arruga, "Il Giorno" 2 sett.1995


"... tastiera limpida, fluida, espressiva quella di C. Balzaretti che rivela una salda impostazione classica. ...Nelle pagine spagnole il pianista ha offerto sonorità corpose e vibranti e una interpretazione sensibile e accorta".

(Concerto al Lyceum di Catania) Elvira Ursino " La Sicilia", 4-5-1998


"...Dobbiamo a C. Balzaretti questa acuta interpretazione...il suono sempre convincente, la grande tecnica, la raffinatezza e la duttilità del fraseggio lo fanno personaggio di assoluta presa..."

E.V.A. "Il Giorno", 16-1-1999


"...Balzaretti ha rivelato grandi qualità comunicative, saldamente supportate da una tecnica invidiabile, dalla capacità di piegare il pianoforte alle diverse esigenze espressive e interpretative, da un entusiasmo che trapela dal suo modo di rapportarsi con il suo strumento, con il pubblico e con gli autori affrontati. Capace di saltare dal Settecento al Novecento senza perdere lucidità interpretativa e stilista, Balzaretti ha regalato momenti di grande intensità e suggestione confermandosi un pianista di grande talento...Balzaretti si è avvalso della capacità di ottenere dal pianoforte una ricchezza timbrica e dinamica davvero sorprendenti. E il pubblico è rimasto affascinato e entusiasta". Roberto Zambonini, "La Provincia", 14-1-1999


Catania, 16 nov. '00. Recital al "Lyceum"



"Ha profuso impegno espressivo ed eleganza nel gesto il pianista milanese Carlo Balzaretti, protagonista del concerto inaugurale…

Appare composito lo stile di Balzaretti, impegnato con successo nel settore del concertismo internazionale, nonché su quello compositivo e didattico, e con alle spalle una solida formazione tecnica. Ciò si evinceva, per l'occasione, dall'Omaggio al Mediterraneo che il giovane pianista offriva, nel suo linguaggio terso e acuto nello scatto, trascorrendo da Scarlatti a De Falla, attraverso un repertorio d'effetto, sui convinti applausi del folto pubblico.

…nelle Mazurche di Chopin, d'intrinseca forza comuinicativa, Balzaretti riponeva un tocco sensibile, come nel cospicuo bis dei Valzer, a grande richiesta.
Parte di spicco quella spagnola, dopo l'intimismo miniaturistico di Mompou, con lo scoppiettante incedere di Albeniz e De Falla, d'intarsio ritmico preponderante, nel convergere in Balzaretti un interprete di estrema e lucida determinazione. Anna Rita Fontana, "Giornale di Sicilia" 15-11-00

"… il tocco di Balzaretti, ora dalla frase appena sussurrata ora dagli accordi potentissimi, la sua tecnica salda, la sua adesione emotiva e intellettiva non potevano non conquistare il numeroso pubblico. Scroscianti gli applausi". Alice Aliva, "La Sicilia", 21-11-00



Carlo Balzaretti dimostra di essere uno dei più validi pianisti italiani in circolazione e la luce manetiana con cui accende queste note è frutto di un puro esercizio di stile.

Mario Chiodetti, La Prealpina, marzo 1994.

....Il pianismo di Balzaretti è scolpito, il fraseggio inciso, l'idea del suono piena e netta . Un modo di pensare il tono di questo pianismo francese che esce da un esercizio intelligente di critica, da una scelta di privilegio strutturale, che pare squisitamente autonoma anche rispetto a celebrati punti di riferimento discografici tra i quali, per tutti, Pascal Rogé e Aldo Ciccolini.

Roberto Verti, "Il Giornale della Musica", giugno 1994



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